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History

Scrigno di arte e bellezza

 

 

L'austerità architettonica del quattrocentesco Palazzo delle Biscie suggerisce la funzione originaria di avamposto militare, con annessa torre di avvistamento sul canale navigabile verso Bologna. Il 25 Luglio 1467, infatti, nelle vicinanze si combatté la "Grande Battaglia della Molinella e della Riccardina", durante la quale Bartolomeo Colleoni guidò le truppe veneziane contro Federico da Montefeltro e altri alleati, trovando rifugio nel palazzo dopo il conflitto. Successivamente l'edificio fu adibito a mulino per sfruttare le acque del Canalazzo, derivato dall'Idice, e divenne un punto di transito obbligato attraverso le paludi verso il Ducato d'Este, noto per il pagamento di un dazio. il Palazzo passò alla famiglia Malvezzi Campeggi, che lo trasformò in una casa di caccia; successivamente fu acquistato da un certo "Busciene". Si ritiene che il nome "Biscie" derivi proprio da questo nome, sebbene vi sia anche una leggenda locale che narra di un groviglio di bisce d'acqua in amore che, un giorno di maggio, si infranse sulle pale dritte della ruota del mulino, "sparpagliandole in ogni dove". Il mulino divenne allora noto a tutti come Palazzo delle Biscie! Più verosimilmente, il nome deriverebbe dal grido di battaglia delle armate degli Sforza durante la battaglia della Molinella: "Biscie! Biscie!".

Art

Arte Frascari

La bellezza chiama arte

 

Nel 1998, il Palazzo viene acquistato e rigorosamente restaurato da Sergio Frascari, insieme ai suoi due ettari di parco, fra alberi secolari, specchi d'acqua, memorie storiche e percorsi d'arte. Imprenditore e artista, Frascari riporta l'edificio al suo antico stato architettonico e nella torre, simbolo di vigilanza e di ascesa dalla terra verso il cielo, crea il proprio atelier, dove trova ispirazione per dipingere opere che dialogano con il passato e il presente, rendendo omaggio alla storia del luogo attraverso un linguaggio contemporaneo. La sua professione di chimico, unita alla successiva formazione artistica presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna, gli consente di formulare personalmente i pigmenti e le vernici che usa nelle sue opere, e di acquisire una padronanza dei materiali con cui riesce a manipolare le proprietà dei colori, come la luminosità, la trasparenza e la resistenza. I risultati ottenuti sono composizioni che esaltano la profondità e la dinamica della luce attraverso effetti cromatici unici e texture sofisticate. Nel contesto del Palazzo delle Biscie, le sue opere assumono un significato ulteriore, fungendo da ponte tra la bellezza senza tempo dell'architettura storica, l'armonia della natura circostante e l'espressione contemporanea dell'arte visiva.

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